FORMA LATENTE
È all’origine della nascita della fotografia che si deve questo studio sul negativo fotografico e sul rapporto tra positivo e negativo. Il principio della camera oscura era già noto dal tardo Rinascimento, per mezzo di Leon Battista Alberti e dei suoi colleghi fiorentini Brunelleschi e Bramante: la luce, che entra da un foro minuscolo di una stanza completamente buia, crea un’immagine capovolta di qualsiasi oggetto dell’esterno. La camera oscura iniziò a diventare utile quando divenne portatile. Aggiungendo una lente all’estremità di una scatola e ricoprendo il fondo con una lastra di vetro smerigliato, l’immagine che si vedeva all’esterno della camera oscura era proiettata dalla lente sul vetro smerigliato: l’artista, appoggiandosi sul vetro con un foglio sottile, poteva ricalcarla. La fotografia è sostanzialmente il mezzo per fissare l’immagine della camera oscura grazie all’azione della luce su sostanze fotosensibili. Gli antichi avevano da tempo osservato che la luce muta la natura di molte sostanze: rende verde la clorofilla vegetale, sbiadisce i tessuti coloranti. Alcuni sali d’argento si alterano radicalmente se vengono esposti alla luce: l’elemento combinato all’argento si libera, e rimane un deposito di metallo che, non essendo lucidato, è di colore scuro. L’analisi dell’immagine negativa come tale è il punto centrale di questa ricerca: attraverso la fotografia è consueto osservare le immagini in positivo. Se invece l’immagine negativa fosse il mezzo per rivelare, grazie alla duplice rappresentazione della luce, un aspetto che per noi è ignoto?
Progetto a cura di Giacomo Dal Prà e Cecilia Rabeschi. Corso di Fotografia e Progettazione per la fotografia I. Docente: Mario Cresci. Diploma accademico di II livello in Comunicazione e design per l’editoria e diploma accademico di II livello in Fotografia. ISIA Urbino anno accademico 2018/2019.
