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Per molti di noi quello della pandemia ancora in corso è un periodo di solitudine. Anche se costantemente in contatto, l’assenza fisica delle persone alle quali eravamo abituati inizia a pesarci. Ci attacchiamo quindi ai ricordi che gelosamente custodiamo e di cui lentamente iniziamo a dimenticarci i dettagli. Momenti che vengono sempre più confusi e soggettivizzati, volti che nella nostra memoria si deteriorano lentamente.

Ho deciso di interpretare un ricordo nitido come quello che si conserva in una fotografia - rappresentazione eterna o considerata tale - sottoponendolo all'infinita ripetizione di se stessa, screenshot dopo screenshot. Lentamente l’immagine si deforma, restituendo un’immagine di noi e degli altri totalmente irriconoscibile, frutto del ricordo di un ricordo, di una memoria totalmente artefatta e infedele rispetto alla realtà.

Ogni immagine viene lavorata 55 volte, una per ogni giorno di quarantena, in un procedimento documentato foto per foto sul profilo Instagram @screenshotofascreenshotofascre.