Due alte pareti carrellate, formate da decine di scatoloni impilati, evocano gli ambienti di una ditta di trasporti e spedizioni. Su questo sfondo altre decine di pacchi e semplici ma funzionali elementi (un paio di sedie, una scrivania, una scala a libro, un divanetto del foyer del teatro) si spostano secondo l’esigenza scenica, dando vita a quattro diversi ambienti: l’ufficio di Don Pasquale, la camera di Ernesto, un salotto e un magazzino (in sostituzione dell’originale “giardino”). Il tutto realizzato, montato e scenografato in loco, con l’aiuto del team tecnico del Teatro.
In una simpatica atmosfera anni ’50, Don Pasquale è a capo della ditta destinata a fallire per le folli spese della nuova sposina: in pantofole rosse e papillon, è tipo malinconico e sincero. Norina, che gestisce il Bagno n. 72 in Riviera, come cambia faccia cambia anche d’abito, passando da un castigato nero a perle e lustrini per le serate al teatro. Il Dott. Malatesta si ispira ai doppiopetto di Mastroianni. Ernesto, con la sua pashmina floreale dà l’idea di essere uno che si gode la vita e i soldi dello zio.