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Piazza Redentore_Legnano

Piazza Redentore è considerata il cuore di Legnarello, storico quartiere della città di Legnano, appartenente al nucleo di antica formazione della città. La piazza si apre di fronte alla chiesa omonima, edificata nel 1901, mentre a chiuderla si trova via Dante. Lo spazio ha un’estensione molto vasta di circa 2850mq totali, 950mq dei quali adibiti a zona verde. Nonostante l’ampiezza e la presenza elevata di verde pubblico, lo sfruttamento da parte della popolazione di quest’area è pressoché nullo. La piazza, nella sua attuale conformazione, risale agli anni successivi al dopoguerra. Nata come luogo rappresentativo e di aggregazione cittadina, è stata trasformata in breve tempo in un parcheggio, annullandone così la storicità e la centralità simbolica all’interno del quartiere. Questo disinteresse ha portato negli anni ad una situazione di degrado sia del verde sia delle pavimentazioni, suscitando le proteste dei cittadini e l’attenzione dell’amministrazione comunale. L’analisi dei flussi è stata il punto di partenza per la riprogettazione dello spazio. La disposizione attuale dei percorsi che generano la conformazione della piazza non rispettano le direttrici principali di attraversamento. Si è perciò scelto di definire due percorsi che corrono paralleli ai due estremi della piazza, aumentando e regolarizzando lo spazio ad essi dedicato. La chiesa e la sua scalinata sono le linee guida della divisione spaziale. La loro proiezione in direzione di via Dante genera un ampio ambiente centrale con una connotazione polifunzionale. Una tensostruttura mobile può essere montata attraverso l’ancoraggio a terra in fori predisposti e coperti, offrendo così uno spazio protetto per lo svolgimento delle attività parrocchiali e contradaiole che già occupano all'occorrenza la piazza. Le direttrici spaziali vanno a disegnare sulla piazza un unico "tappeto" lapideo che mitiga i dislivelli attuali. Esso è delimitato da una linea continua di sedute che si aprono per permettere il passaggio. La fontana preesistente non viene spostata dalla sua sede. Oltre, lo spazio è lasciato libero per poter avere un ingresso simbolico e consentire il passaggio di vetture di servizio. Il trattamento materico uniforme tramite l’impiego di pietre della Lessinia per la pavimentazione definisce ancora di più questo ambiente, che contrasta con il Ceppo di Grè utilizzato nel resto della piazza.Lo spazio che si affaccia su via Barbara Melzi, già caratterizzato dalla presenza di grandi alberi, viene riqualificato a partire dal ridisegno della pavimentazione a seconda dell’attuale posizione del verde. Elementi giocosi, diversi per dimensione e materiali, riprendono e moltiplicano la forma ottagonale della fontana che caratterizza la parte centrale. La loro disposizione genera un reticolo di percorsi che si diramano attraverso aiuole verdi e aree pavimentate a gomma o ciottoli. L'attraversamento viene trasformato da semplice "passare attraverso" a "riscoperta" di un'area già conosciuta. In maniera diversa viene invece trattato lo spazio che si affaccia su via Leonardo Da Vinci. L'ampliamento dell’area d’ingresso da via Cantù permette la sistemazione di uno spazio adibito a parcheggio biciclette, elemento ora mancante e che funge da filtro all’ingresso verso la piazza. Proseguendo in direzione del battistero, si trova collocata una zona predisposta per il relax urbano, definita da sedute a chaise longue che, come prosecuzione degli elementi che racchiudono la piazza, offrono una prospettiva di utilizzo del luogo diversa. Una pavimentazione in gomma circonda una fila di alberi e stimola ad utilizzi diversi questo angolo della piazza. L’illuminazione, disposta a livello del terreno, segue il ritmo degli elementi che definiscono ogni area: le aiuole ad ottagono, le sedute longitudinali rivolte verso la fontana, e le estremità delle sedute chaise longue. Questi inserimenti rendono lo spazio usufruibile e ben riconoscibile anche con il buio. La diversità degli elementi che compongono la piazza non mira a creare fratture, ma al contrario punta a rinnovare in maniera unitaria uno spazio attualmente sottoutilizzato. La centralità e la simbolicità del luogo possono così essere collegate a nuove immagini e nuove funzioni, che, seppur separate, compongono e insieme rinnovano Piazza Redentore. 
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