Graphic design: Arianna Di Betta, Federico Magli, Claudia Monici
Developed at: ISIA Urbino
Supervisor: Marco Tortoioli Ricci
Year: 2014
Il progetto è un’indagine sul rapporto tra gli studenti e la città di Urbino, il tema di fondo è “Design come terapia”. Come curare il senso di provvisorietà che vivono gli studenti? Cosa rende “abitante” uno studente?
Con Arianna Di Betta e Federico Magli abbiamo analizzato una sorta di fenomeno sociale: negli anni ottanta le campagne di Urbino hanno visto arrivare persone da altri paesi europei che cercavano una vita semplice e autosufficiente.
Nove di queste persone hanno accettato di incontrarci e raccontarci la loro storia.
Nove di queste persone hanno accettato di incontrarci e raccontarci la loro storia.
Queste interviste sono diventate un giornale, prodotto e divulgato perchè tutti gli studenti che vivono ad Urbino possano vedere oltre il centro storico e le serate universitarie e conoscere chi vive intorno a loro.
È stata anche allestita un’installazione per chiamare gli studenti a consegnare la loro storia.
Dire addio ad un luogo significa anche riflettere su ciò che si è fatto e su ciò che si lascia.
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“Design as a therapy.” Urbino is a beautiful historical small town in Italy. Its inhabitants are mostly students that live there only for few years. This work is an analysis about the relationship between the students and the city of Urbino. They don’t feel at home, so their behaviour is disrespectful towards the spaces of the city and the houses they rent.
How design could be a sort of therapy to heal the temporary behavior of the students? What makes you an inhabitant, instead of a student? How can you feel at home in a new city?
How design could be a sort of therapy to heal the temporary behavior of the students? What makes you an inhabitant, instead of a student? How can you feel at home in a new city?
In the eighties the hills around Urbino have been sold to foreign people coming from all Europe, looking for a simpler life farming land, and they became inhabitants.
My colleagues, Arianna Di Betta and Federico Magli, and I, produced a newspaper collecting their stories, going to their houses, listening to them and taking photos.
My colleagues, Arianna Di Betta and Federico Magli, and I, produced a newspaper collecting their stories, going to their houses, listening to them and taking photos.
We also set up a sort of polling place in our university, in Urbino, where other students can entrust their stories, writing a ballot.
