L’obiettivo del progetto era sviluppare due campagne di comunicazione non convenzionale allo scopo di trasformare i Rabbids in un’icona di intrattenimento in modo originale e virale per aumentare l’awareness dei Rabbids, incrementare la fan base della pagina Facebook e attivare le community, aumentandone le interazioni.
Nascono così due progetti paralleli chiamati rispettivamente Rabbidsturbia e Rabbids say BWAAAH!
Progetto realizzato durante il workshop con Ubisoft del terzo anno presso il Politecnico di Milano, con la collaborazione di Cecilia Percivale, Chiara Pirotta e Francesco Saponaro.
Concept 1 | Rabbidsturbia
Il concept è quello di ricreare situazioni che possano far sentire fuori luogo e inadatto (proprio come i Rabbids) l’utente che solo alla fine scoprirà di essere vittima di uno scherzo messo in piedi dai coniglietti; si tratta quindi di una forma di disturbo passivo.
Concept 2 | Rabbids say BWAAAH!
Questo concept si muove nell’ambito del disturbo attivo, ovvero il fenomeno del tormentone che comunica tutti i principali valori dei Rabbids (gruppo, ossessività, ripetitività, disturbo). Dopo una lettura attenta dei Rabbids come fenomeno sociale, si evince tra le righe una critica ai media e alla società dei consumi.
Nella campagna si vuole sfruttare l’immagine dei Rabbids e il loro “Bwaaah!” come grido di rifiuto (“Bwaaahsta!”) ai messaggi spazzatura. L’intento è quello di far diventare questi coniglietti un’icona di protesta estesa in diversi ambiti mediatici.
