EMERITALIA, 2011
L’incarico progettuale ha per oggetto il design di un aspirapolvere caratterizzato da un’estetica e da una volumetria tali da ottimizzarne gli ingombri quando non viene utilizzato. La spinta iniziale al progetto viene dall’osservazione che elettrodomestici di questo tipo rappresentano un ingombro difficilmente gestibile una volta riposti, a causa di forme estremamente curve e irregolari. Pertanto il riferimento di partenza è un volume sostanzialmente cubico, una geometria che nel design industriale è stata oggetto di numerose interpretazioni in vari settori merceologici; inoltre anche l’aspirapolvere non è nuovo a tentativi, più o meno riusciti, di innesto con funzionalità estranee a quelle puramente attinenti la pulizia degli ambienti. La forma cubica consente la massima razionalizzazione degli spazi, da cui consegue un’ottimizzazione degli ingombri nel caso di non utilizzo del prodotto. L’aspirapolvere infatti può essere comodamente riposto in una scaffalatura, anche in posizione sdraiata, e può divenire esso stesso piano di appoggio per altri oggetti. L’ottimizzazione degli ingombri implica notevoli vantaggi anche per quanto riguarda importanti aspetti legati alla fase produttiva: la forma cubica in presenza di suoi multipli si comporta infatti come il miglior modulo esistente in fatto di risparmio di spazio, con un impacchettamento delle varie unità praticamente privo di sprechi di spazio, una caratteristica di indubbia utilità quando si parla di magazzino e trasporto del prodotto. Internamente lo spazio si organizza in maniera ottimale intorno alla camera cilindrica di aspirazione, a cui è circoscritta la pianta quadrata del prodotto. Gli angoli rimasti liberi serviranno per riporre l’accessoristica (tubi rigidi e spazzole), la componentistica (schede elettroniche, avvolgicavo), o serviranno per un aumento della capacità della camera di aspirazione dell’aspirapolvere. La pianta quadrata del prodotto, in realtà, quando viene trainata dal tubo di aspirazione, ruota fino a disporsi con un orientamento a rombo. Una forma di questo tipo funziona come una sorta di cuneo, con pareti inclinate di 45° rispetto agli ostacoli che si troverà ad incontrare: l’aspirapolvere, urtando ad esempio l’angolo di una parete, tenderà, per la forza trainante dell’utilizzatore esercitata lungo il tubo di aspirazione, a scivolare lungo la parete fino a superarla. Peperosso ha sviluppato un concept con l’obiettivo di trasformare questo apparecchio meramente funzionale in un vero e proprio oggetto di design, ricorrendo ad un’estetica curata ed attuale (oltre che di per sé originale, vista la forma cubica), ed impiegando materiali di qualità, finiture superficiali ed abbinamenti cromatici che lo caratterizzino a tal punto da spingere l’utilizzatore a mostrare il prodotto, anziché chiuderlo in uno sgabuzzino, ed eventualmente, vista la planarità della superficie superiore, ad utilizzarlo a guisa di complemento d’arredo: ad esempio come ripiano, tavolino, seduta o poggiapiedi. In questa visione, sarebbe ottimale proporre il prodotto con un marchio di una certa visibilità e autorevolezza nel campo dell’arredo realizzato in plastica, come il marchio Kartell con cui Emer condivide alcuni fornitori, eventualmente in una operazione di co-marketing in cui al marchio riconosciuto nell’arredo venga affiancato un marchio riconosciuto per gli elettrodomestici, che garantisca un’effettiva affidabilità dell’aspirapolvere. Il prodotto è stato chiamato Qbìdo, unendo la fonetica di lettura della lettera “Q”, che corrisponde alla prima sillaba del termine “Cubo” e fa naturalmente riferimento alla forma cubica dell’oggetto, alla parola “bido” che è una sorta di diminutivo di “bidone”. Il risultato, letto nella sua interezza, rimanda al nome proprio “Cupido”, per cui al nome del prodotto era stato affiancato lo slogan “…amore a prima vista!”. Nello sviluppo grafico del logotipo, per la “Q” era stata direttamente utilizzata un’immagine in pianta dell’aspirapolvere, mentre per il puntino/accento della lettera “i” presente nella parola “bido” si era ricorsi all’utilizzo di un cuore per richiamare il nome di Cupido.
