In un connubio di danza e digitale, Lia Gusein-Zadé porta in scena un dialogo viscerale tra corpo e spazio. La sua performance trascende il tangibile, rivelandosi in un capannone vuoto, trasformato in un santuario dell'etereo. Questo è stato un viaggio artistico, non solo per la danzatrice ma per l'intera visione creativa che ha preso vita a distanza.

Coordinare ogni movimento dallo schermo, la "coreografia" digitale è stata un arduo ma esilarante gioco di scacchi tra il creatore e l'esecutore. Ogni passo era un pixel, ogni salto una transizione di fotogrammi che ci ha condotto a un finale tanto sorprendente quanto tecnologicamente raffinato. Grazie alla magia della CGI, creata con Blender 3D, abbiamo intessuto la realtà di Lia con sfere riflettenti e traslucide, danzando insieme a lei in un ballo armonico di luci e ombre.

Una camera stabilizzata cattura l'essenza del movimento, mentre nel mondo digitale, un ambiente parallelo nasce. Il processo è stato un tuffo nell'iperreale, con tecniche di tracking, maschere, e rotoscoping che si intrecciavano in un'opera d'arte tessuta insieme da intelligenza artificiale, perizia manuale, After Effects, Blender, e DaVinci Resolve.

Il dinamismo di luci abbacinanti e angoli intimi e nebbiosi crea un contrasto che è un piacere per gli occhi. Qui, in questo non luogo, Lia si spoglia di ogni velo, lasciando che le emozioni puro si dispieghino sulla tela del suo corpo, mentre le immagini audioreattive si proiettano su di lei, amplificando ogni sentimento attraverso l'ombra e la luce.

Il desiderio dei "Little Pony", la band napoletana dietro questa visione, era di incarnare "il corpo" come cuore pulsante del video. Noi abbiamo preso questo battito e l'abbiamo riflesso in ogni frame, facendo diventare il corpo stesso un eco visivo delle emozioni che vibrano al suo interno.