L'arte ha bisogno del suo tempo.
In un periodo storico, quello odierno, del tempo fugace e interrotto, la fruizione artistica è equiparabile ad un pasto da fast food.
Sommersi da immagini, suoni, parole, non percepiamo solo la superficie delle cose importanti.
L'arte ha bisogno del suo tempo di fruizione.
Con migliaia di stimoli ed elaborazioni sensoriali il nostro cervello pare abbia reso il "jumbled word effect" un procedimento di ordinaria amministrazione per la codifica delle manifestazioni del mondo esterno.
Nella nostra corse quotidiana per prendere la metropolitana non ci accorgiamo che "Soldati" di Ungaretti è scritta male.
Anzi, è scritta "quasi" bene. Ma non ce ne accorgiamo.
L'arte ha bisogno del suo tempo.