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MYTH(E)OS: le opere di ATPKO alla Kronos Gallery

MYTH(E)OS: 
le opere di ATPKO 
alla Kronos Gallery


Sicuramente lo avrete già incontrato. Passeggiando per un parco di Trento, ad esempio, fra le rughe di quel John Lennon che vi fissava dal muretto. Oppure mentre entravate nel sottopassaggio di via Canestrini, dentro gli occhi della bambina asiatica dipinta sulla facciata. Oppure ancora nella toilette dell'Angolo dei 33, celebre locale subito dietro al Duomo, le cui pareti sono state decorate proprio da lui.

Se però nessuna delle precedenti opzioni vi dice nulla, da venerdì scorso (e fino a settembre) potete ritrovarlo in un'altra location, estremamente diversa rispetto a quelle appena elencate. La galleria Kronos in via San Marco, infatti, ha dedicato ad ATPKO – sì, proprio di lui stiamo parlando – un'esposizione capace di mettere in dialogo la sua ultima serie di opere con alcuni capolavori realizzati dai grandi maestri del passato.
Già il fatto che le sue opere abbiano una cornice – ossia che, parlando fuor di metafora, vengano esposte – è di per sé atipico, come lo stesso nome dell'artista suggerisce. Se poi si guarda nel complesso al percorso che i galleristi hanno pensato per questa mostra, il tutto acquista di fatto un sapore rivoluzionario.

“Essere qui mi permette di sfatare il mito per cui uno che lavora con gli spray, o che comunque proviene dal mondo della street art, sia per forza un vandalo oppure esprima una forma d'arte tecnicamente e culturalmente inferiore” ci ha confidato ATPKO.
Il tema stesso dell'esposizione glielo permette: MYTH(E)OS, FROM THE MYTH TO GOD è un percorso espositivo sui generis, che si focalizza anzitutto sul tema del sacro, declinandolo storicamente nelle sue due grandi forme di espressione, il mitologico e il religioso. ​​​​​​​
Da Rubens al Guercino, passando per la bottega di Guido Reni e la scuola di Caravaggio, ogni stanza di quest'esposizione affianca a ciascuna opera settecentesca un lavoro di ATPKO, che per l'occasione si è focalizzato nella rivisitazione di alcuni miti dell'antichità e di alcune figure della cristianità.

Da Medusa a Giasone, da Marco Aurelio a San Pietro, lo stencil usato per la realizzazione di questi pezzi viene impiegato da ATPKO una volta soltanto, il che ne determina una garanzia di unicità davvero preziosa, in un mondo dell'arte sempre più legato al valore della non replicabilità.

“Le due tecniche di stencil che ho utilizzato per questa mostra sono lo stencil multilayer (sullo stile di Banksy) e lo stencil mezzotono, ancora poco usato in Italia, che permette però all'artista di creare un realistico con un solo colore” ci ha raccontato ATPKO.


A livello di messaggio, ciò che l'artista trentino vuole narrarci con queste sue opere ha molto a che fare con il concetto di contaminazione, nel senso più stretto che possiamo dare al termine. È proprio la contaminazione, infatti, intesa come fusione di elementi di diversa provenienza nella composizione di un'opera, a fare da fil rouge all'intera mostra. E a permettere, ad esempio, nella Madonna con Bambino (2019), quello sguardo quasi troneggiante di Maria, che si discosta dalla rappresentazione più sacrale della Madonna che ritroviamo nei dipinti classici.


“Arrivare ad esporre in una galleria mi rende estremamente orgoglioso e può senz'altro rivelarsi un messaggio di speranza anche per tanti giovani street artists che non credono di poter vivere del proprio lavoro. Ci vuole devozione, costanza e sacrificio per poter portare avanti una rivoluzione lenta anche all'interno delle gallerie, in un ambiente culturale e artistico che storicamente alla street art ha lasciato poco spazio. Penso però che una vera educazione parta anche e propriamente da questo” ha concluso ATPKO.

Di: Monica Malfatti
Artista: ATPKO
Instagram: https://bit.ly/3vMXe46
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